Emanuela Barreri

 

Da sempre la soddisfazione per l’aver inventato qualcosa di nuovo è una sensazione che ci appaga e ci fa sentire completi.

 

 

Il creare nuove cose o comunque l’inventare qualcosa che sia esclusivamente “farina del nostro sacco” ci rende unici e ci fa stare bene.

 

Creatività e innovazione ci fanno uscire dall’abitudine quotidiana, dal trascinarci giorno dopo giorno nelle costanti routine che ci annoiano e che ci rendono la vita piatta.

Spesso si pensa che solo i giovani siano capaci di inventare e di innovare, mentre non è così. Uscire dalle abitudini e liberare le proprie potenzialità è possibile a qualsiasi età, anzi con lo scorrere degli anni talvolta è più facile avere delle intuizioni geniali, perché ci sentiamo più sicuri di noi e riusciamo a cogliere segnali che in precedenza non avremmo colto o non avremmo avuto il coraggio di cogliere.

Si può essere curiosi a qualsiasi età, l’importante è credere in se stessi e nelle proprie idee, senza lasciare che gli altri ci impediscano di realizzarle. Perché spesso quello che ci blocca è proprio questo, il parere degli altri e il loro giudizio.

La paura di sbagliare e soprattutto il dover affrontare la possibilità di fallire.

Essere se stessi ed avere il coraggio di inventare non è facile, spesso coltivare i propri sogni porta ad insuccessi e il saper rischiare di farsi trovare in difficoltà per un insuccesso non è da tutti.

“Per essere creativi è necessario essere coraggiosi, superare gli ostacoli dell’insuccesso perché inevitabilmente bisogna passare da lì.”

John Michel Koesterlitz, premio Nobel per la fisica nel 2016, ritiene che “la ricerca è per il 95% frustrazione e anche fallimento e per il 5% successo: è questo che la rende degna di essere perseguita”.
Sono parole faticose, frustrazione e fallimento, alle quali ci si deve abituare se si vuole arrivare a quel 5% di successo, che si ottiene continuando a credere nelle proprie capacità e continuando a cercare soluzioni nuove ed innovative, perseguendo i propri progetti.
Siano essi nuovi prodotti, nuovi processi, nuovi lavori, nuovi servizi, nuove forme di collaborazione tra le persone che consentano innovazione e crescita sociale.

Provando e riprovando con tenacia, senza abbattersi se non funziona, ma ricordandosi delle parole dello psicologo statunitense Barry Kaufman:

“I creativi falliscono, ma imparano a rialzarsi”.

Un saluto da Emanuela
 

Photo by Amaury Salas on Unsplash

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