Qualche settimana fa mi è stato chiesto di scrivere un articolo che parlasse di amministrazione.
Ero molto sfiduciata, perché continuavo a pensare di quale argomento potessi scrivere, senza trovare risultati.
Poi è successa una cosa che mi ha ispirata e ho proprio voglia di raccontarvela!
Premessa: come forse saprete, uno dei “fardelli dell’amministrazione” è quello di sollecitare l’incasso delle fatture. Ecco… in questo periodo di crisi è ancora più complesso!
Chi è il cliente perfetto?
Chiamo un cliente per sollecitare una fattura emessa nel 2017: dopo aver appurato che le e-mail non gli erano arrivate e dopo aver accolto il suo punto di vista, vado a casa un po’ amareggiata.
Pensavo e ripensavo a quanto fosse accaduto e ho iniziato a chiedermi: “ Ma esiste il cliente perfetto?”
Mille domande… poche risposte!
Il cliente perfetto è quello che non ti chiama mai e fa tutto in autonomia?
Oppure è quello che ti chiama in continuazione per estorcerti informazioni… per poi non pagarle?
Potrebbe essere quello che ti paga con regolarità, ma che ogni volta che ti sente ha paura di quello che stai per comunicargli (tipo Tasse o sospesi)?
Oppure è quello che ha problema di soldi e magari non riesce a pagare con regolarità, ma che riconosce il tuo valore e la tua professionalità?
Potrebbe essere la persona che cerca di imporre le proprie idee e tu gli servi solo per sentirsi dire “Si è corretto” ?
Il cliente perfetto è esigente? Deve rispondere a tutte le mail che mandi?
Potrei andare avanti all’infinito, ma sto iniziando a pensare che il cliente perfetto esista solo nella mia fantasia, perché è un valore troppo soggettivo.
Chi è il professionista perfetto?
Allora ho iniziato a pensare: chi è il professionista perfetto? Ma non riesco a definirlo in maniera oggettiva quindi mi sono chiesta cosa fossi io.
Parto dal presupposto che con il termine professionista non intendo solo coloro che hanno partita iva, ma tutti coloro che esercitano una professione. Nel mio caso, quindi, la professione è quella di responsabile amministrativa.
Per identificare la propria professionalità, quindi, a mio avviso, bisogna prima di tutto avere nella testa la propria mission (lo scopo ultimo che vuoi raggiungere grazie al tuo lavoro), e sulla base di questa, iniziare a costruire la propria professionalità.
La premessa appena fatta non giustifica né preclude la gavetta, sono però due discorsi ben distinti.
Credo, quindi, che ad un certo punto (indipendentemente dagli anni di lavoro), ognuno di noi si debba chiedere quale sia l’obiettivo, e come potrebbe raggiungerlo con persone simili.
Tutto questo per consentirci soprattutto di lavorare bene.
La mission del professionista
A mio parere un bravo professionista deve essere capace di far comprendere la propria mission (il suo valore e quello della sua azienda), dimostrare le sue capacità, trasmettere la propria passione, saper scindere il lavoro dalle proprie emozioni e dai propri preconcetti perché in questo modo ci si apre alla comunicazione e alla comprensione del cliente.
Dobbiamo ricordarci che ogni cliente è perfetto nella sua imperfezione perché ogni cliente è un piccolo tassello del nostro progetto.
Un saluto
