La lezione Covid-19: impossibile riprendere come se non fosse successo nulla
Negli ultimi mesi la maggior parte di noi ha dovuto apprendere, da un momento all’altro, competenze digitali che probabilmente avrebbe appreso in molto più tempo… o forse mai.
Siamo stati costretti a cambiare la nostra organizzazione del lavoro e del tempo libero, abbiamo dovuto modificare le nostre abitudini e i nostri gesti quotidiani.
Ci siamo trovati male? Ci siamo trovati bene?
Com’è stata l’esperienza con lo smart working?
Fermiamoci a pensare allo smart working.
Per alcuni lavorare da casa può essere stata una piacevole sorpresa.
Lavorare da casa consente di evitare i tempi morti degli spostamenti, permette di stare di più con la famiglia, consente di non essere sempre “perfetta/o”. Gli appuntamenti on-line sono di solito più brevi e concentrati, tutti sono più puntuali. Si perde meno tempo.
Per altri la mancanza della postazione di lavoro, il non potere staccare dalla famiglia, il non poter vedere in modo continuativo i colleghi e i collaboratori è stato un qualcosa di insopportabilmente faticoso ed improduttivo.
Come sempre non possiamo affermare che è tutto giusto o tutto sbagliato: con ogni probabilità è un mix di cose.
Che cosa abbiamo imparato?
Indipendentemente da come la pensiamo, questo tempo sospeso ci ha dato la possibilità di metterci alla prova in situazioni nuove e mai vissute in precedenza.
Ci ha fatto capire che possiamo affrontare i cambiamenti e che possiamo “ripensarci”, o per reagire alla crisi che verrà o per cambiare un lavoro o una vita che non ci soddisfavano più di tanto.
Cosa possiamo fare?
Possiamo modificare alcune cose oppure pensare più in grande, prendere delle decisioni, cambiare la nostra vita indirizzandola dove non avremmo mai avuto il coraggio di indirizzarla prima della pandemia.
Oppure fare qualche aggiustamento, cambiare il ritmo e non riprendere come se non fosse successo nulla.
Reinventarsi per ripartire dopo la pandemia
“E’ nella crisi che che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie” … credo di aver compreso solo stavolta, con la pandemia, che cosa volesse dire Albert Einstein con queste parole.
Reiventarsi, trovare le energie per ripensarsi e individuare nuove strategie.
Reinventarsi attraverso il confronto
In questo percorso di analisi è molto importante il confronto con gli altri, ascoltare un punto di vista esterno. Non rimanere arroccati sulle nostre posizioni ma accogliere il pensiero dell’altro e la sua esperienza passata. Avendo però chiaro che quello che può aver funzionato per lui può non funzionare per noi, o viceversa.
Ogni situazione è a se stante, le variabili in gioco sono diverse. Cambiano i luoghi, le persone, le energie, le relazioni; il nostro modo di essere, il nostro entusiasmo o il nostro pessimismo. I nostri punti di forza e i nostri punti di debolezza.
Quali sono gli strumenti per reinventarsi?
Uno strumento tecnico e visivo allo stesso tempo è il Business Model You, che è l’equivalente del Business Model Canvas per le aziende.
In modo strutturato e creativo possiamo ripensare il nostro “modello di professionista” andando ad analizzare chi sono i nostri clienti attuali, che cosa possiamo offrire loro a fronte dei loro nuovi bisogni e difficoltà, come vogliamo relazionarci con loro, attraverso quali canali li possiamo raggiungere ecc. ecc. … oppure pensare a nuovi segmenti di clientela o specializzazioni diverse e così via.
Magari seguendo passioni che abbiamo sempre lasciato nel cassetto e abbandonando, per una volta, la pura logica.
Perché – citando sempre Albert Einstein
“La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto”
Articolo a cura di Emanuela Barreri
Originariamente pubblicato su Ratio Quotidiano il 26/05/2020
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