Con la legge di Bilancio dello scorso anno è stato istituito il Bonus Pos: un credito d’imposta del 30% calcolato sulle commissioni applicate dalle banche o da altri operatori finanziari.
Il credito è riconosciuto per le commissioni dovute in relazione a cessioni di beni e prestazioni di servizi rese nei confronti di consumatori finali (privati) a condizione che i ricavi e i compensi relativi all’anno precedente non siano di ammontare superiore a 400.000 euro.
Il credito d’imposta è utilizzabile solo in compensazione a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento delle spese. Non può quindi essere richiesto a rimborso e non va a cumularsi al reddito, di conseguenza non inciderà sulle tasse relative e sull’IRAP.
Per ottenere il credito, l’Istituto Finanziario dovrà inviare una comunicazione mensile sia all’esercente – via pec o mettendolo a disposizione nella sezione documentale dell’home banking – che telematicamente all’agenzia delle entrate.
Quali dati comunicano le Banche?
- il numero delle operazioni di pagamento riconducibili a consumatori finali
- l’importo delle commissioni addebitate per tali pagamenti
La comunicazione deve essere effettuata entro il 20 del mese successivo e il credito, maturato con cadenza mensile, può essere utilizzato non appena disponibile nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate.
L’agenzia delle entrate, con risposta a interpello del 27 ottobre 2020 chiarisce il termine del 20 novembre per il periodo luglio-ottobre, mentre da dicembre in poi la cadenza mensile sarà ripristinata.
Si fa presente che la comunicazione da parte degli operatori finanziari sia all’Agenzia delle Entrate che all’esercente è obbligatoria – è infatti prevista una sanzione in caso di mancato invio – e che il documento inviato è valido come giustificativo in caso di controllo da parte dell’amministrazione finanziaria (da conservare 10 anni).
In ultimo si precisa che, questa misura è volta ad agevolare e incentivare l’utilizzo di sistemi tracciati e di conseguenza la trasparenza delle operazioni. L’agenzia delle entrate infatti specifica in una circolare che i dati saranno utilizzati per attività di verifiche e controlli.
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