Emozioni: belle o brutte?

Emanuela Barreri

E’ facile esprimere gioia o felicità, meno facile rabbia o paura.

Eppure entrambi i tipi di emozioni sono importanti e ci appartengono, anche se le emozioni “belle” sono più facili da mostrare.  Per alcune persone, complice l’educazione che abbiamo ricevuto, esprimere rabbia non è permesso perché sarebbe non educato.

Allo stesso modo esprimere paura o vergogna potrebbe farci sembrare deboli. Non è facile piangere davanti agli altri o diventare rossi in pubblico, come d’altro canto per alcuni può essere difficile ammettere di essere gelosi.

In verità le emozioni non sono né belle né brutte, né positive né negative.

Ciascuna porta in sé uno stato d’animo che ci caratterizza e ci accomuna a tutti gli altri, perché se non le nascondiamo – a noi stessi e agli altri – ci accorgiamo che le proviamo tutti.

Talvolta copriamo le emozioni con altre emozioni – ad esempio la gioia può coprire la tristezza – senza renderci conto che vivere l’emozione ci potrebbe portare ad un cambiamento.

Passando attraverso la tristezza possiamo ritrovare la gioia, grazie alla gratitudine possiamo sentirci meglio.

La tristezza ci fa piangere consentendoci di sfogarci mentre la paura ci protegge, perché è il nostro campanello di allarme.

La rabbia può darci la carica, spingerci a reagire e a non subire passivamente situazioni che non gradiamo, mentre la nostalgia può darci la forza di guardare al passato e di riappacificarci con esso.

Spesso infatti facciamo finta di niente e non ci mostriamo nelle nostre emozioni perché ci portiamo dietro rifiuti o ferite emotive che ci hanno fatto male, per cui il riavvicinamento alle emozioni deve essere graduale, magari facendoci aiutare da chi è più esperto.

Il primo passo è riconoscere i nostri stati d’animo ed accettarli, per poi riconoscerli ed accettarli negli altri.
Se impariamo a riconoscere le nostre emozioni senza nasconderle, belle o brutte che esse siano, saremo in grado di gestirle e di stare meglio.

Un saluto da Emanuela

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