Arrivano gli avvisi di liquidazione sull’IVA del primo e secondo trimestre

Stefano Barreri e Marta Marando

Stanno arrivando via PEC le comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate relative agli omessi o parziali versamenti dell’IVA trimestrale.

Al di là della legittimità o della correttezza da parte dello Stato, è evidente che alcune cose stiano cambiando. La dichiarazione IVA si sta trasformando da annuale a trimestrale, diminuendo le possibilità di ritardo e di errori da parte del professionista e del contribuente.

L’arrivo delle prime comunicazioni ha allarmato gli imprenditori e i professionisti, non tanto dal punto di vista dell’oggetto (so di non aver versato l’Iva), quanto sotto il profilo procedurale.

Si passa dal ricevere l’avviso più di un anno dopo l’omesso versamento a seguito del controllo della dichiarazione annuale Iva, a solo qualche mese più tardi a seguito del nuovo obbligo con cadenza trimestrale della presentazione telematica delle liquidazioni Iva, atteggiamento a cui nessuno era abituato.

La riflessione da cui vogliamo partire è che, fino ad ora, l’inefficienza dello Stato si era tramutata in una sorta di “vantaggio” per il contribuente in crisi di liquidità, poichè si poteva in un certo senso “finanziarsi” non versando l’iva al posto di ricorrere ad un finanziamento, con la possibilità di ravvedersi con piccole sanzioni ed interessi in un congruo termine di tempo.

Si tratta di un repentino cambio di rotta che ha decisamente ridotto i tempi della riscossione da parte dell’erario e che costringe l’imprenditore a fare i conti e prendere coscienza della propria situazione contabile e finanziaria.

Ma in pratica che cosa sono queste comunicazioni?

Formalmente sono dette “comunicazioni 54-bis”, ma non sono nient’altro che avvisi bonari relativi all’Iva non versata nel corso di un trimestre dell’anno. Questi nuovi avvisi rappresentano i primi effetti dei nuovi adempimenti IVA introdotti a partire dal 2017.

Facciamo un passo indietro…
L’Iva a seconda del volume d’affari del contribuente deve essere versata con riferimento alle fatture del mese o del trimestre precedente, per i contribuenti mensili entro il 16 del mese successivo mentre per i contribuenti trimestrali entro il 16 maggio per il primo trimestre, il 20 agosto per il secondo trimestre, il 16 novembre per il terzo trimestre ed infine entro il 16 marzo dell’anno successivo in dichiarazione Iva per il quarto ed ultimo trimestre.

Ebbene da quest’anno, con riferimento ad ogni trimestre dell’anno sia per contribuenti mensili che per i trimestrali occorre inviare una “comunicazione delle liquidazioni periodiche IVA” all’agenzia delle entrate, la quale può anticipare i controlli relativi agli omessi versamenti.

Facciamo un esempio?
Se prima del 2017, Il 16 Maggio di ogni anno scadeva il versamento dell’Iva del primo trimestre da cui risultava un debito che si decideva di non versare, la comunicazione dell’agenzia dell’entrate relativa all’omesso versamento (con una sanzione del 10%) arrivava dopo almeno 6 mesi/un anno dalla scadenza della dichiarazione Iva (16 Marzo dell’anno successivo).

Oggi
Il 16 Maggio 2017 scadeva il versamento dell’Iva relativa al primo trimestre.
Il 12 Giugno 2017 scadeva la comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle liquidazioni Iva.
luglio 2017 l’Agenzia delle Entrate ha iniziato a comunicare tramite PEC la possibilità di aderire alla cosiddetta “ tax compliance” ovvero l’invito ad adoperare il ravvedimento operoso (sanzione 3.75%) per regolarizzare eventuali anomalie formali o omessi versamenti.
A fine settembre 2017 arriva l’avviso bonario per chi non ha regolarizzato a luglio, con una sanzione pari al 10% e la possibilità di regolarizzare la posizione entro 30 giorni versando l’intero importo o rateizzando fino ad 8 rate (per importi fino a 5000€) o 20 rate (per importi sopra i 5000€).
Scaduti i 30 giorni, l’Agenzia delle Entrate iscriverà a ruolo il debito passandolo all’Agenzia delle Riscossioni (ex Equitalia) portando la sanzione al 30%.
A metà ottobre 2017 stesso iter per il secondo trimestre 2017.

Insomma, i tempi per la “Tax compliance” si sono ridotti da circa un anno a poco più di due mesi!!!

Un saluto da Marta e Stefano.

 

Photo by NeONBRAND on Unsplash

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